«Figlio, ti sono perdonati i peccati»

Leggiamo Mc 2,1-12. Il miracolo di guarigione si accompagna al miracolo del perdono dei peccati da parte di Gesù. Nasce così la prima delle cinque discussioni. Tutte mettono in luce la sovrumana autorità di Gesù.

1. Gesù annunciava loro «la Parola». «1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola» (Mc 2,1-2).

Dopo un certo tempo, nel quale «rimaneva fuori, in luoghi deserti» (1,45), Gesù ritorna a Cafarnao. La folla, saputo che «era in casa», in quella di Simon Pietro, accorre numerosa da lui. E Gesù annuncia ad essa «la Parola (tòn lógón). Con questa nuova terminologia, la Parola, in forma assoluta, Marco indica «il vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (1,1), «il vangelo di Dio» (1,14) che il Divin Seminatore sparge: «Il seminatore semina la Parola» (4,14-20). Cioè, è la Parola per antonomasia, la Parola con la quale Gesù ha rivelato a noi la sua Persona e il mistero salvifico di Dio, «la parola della fede» (Rm 10,8) che illumina la nostra giornata.

2. Ti sono perdonati i peccati. – «3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati» (Mc 2,3-5).

L’informazione «scoperchiarono il tetto» ci sorprende, anche se la fantasia va ai tetti rudimentali di allora. – «Gesù, vedendo la loro fede». Di certo quei quattro individui, e lo stesso paralitico, che permette il tutto, erano animati da una profonda fede nella potenza e nella persona di Gesù. Il loro comportamento era una preghiera sublime. Non chiedono esplicitamente niente. Si limitano a mettergli il paralitico davanti; aspettano tutto il resto dal suo cuore e dalla sua onnipotenza. – «Figlio». Eloquente, e commovente è quell’appellativo affettuso: «Figlio» (téknon), è l’unico che si ha in tutto Marco. – «ti sono perdonati – afíentai soi – i peccati», proprio ora, al presente. Il collegamento tra peccato e malattia era frequente in quel tempo: «chi ha peccato… perché sia nato cieco?» (Gv 9,1). Qualche volta Gesù si adeguava a questa mentalità, ma per passare poi a un’esortazione: «Ecco: sei guarito! Non peccare più » (Gv 5,14).

3. Dio solo può perdonare i peccati. «6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7”Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?”» (Mc 2,6-7).

Gesù legge «in cuor loro», nell’intimo di quegli «scribi», dotti che avevano anche una buona conoscenza della Scrittura, spesso avversari di Cristo e Cristo loderà uno odi essi (Mc 12,34). Pensano forse alla frase dove Dio stesso afferma: «Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso» (Is 43,25).

4. Il Figlio dell’uomo perdona i peccati e dà il potere di perdonarli! – «8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!» (Mc 2,8-12a).

La reazione di Gesù si fonda ancora sull’introspezione dell’intimo degli scribi: «nel vostro cuore», e si esprime in tre informazioni. La prima: «il Figlio dell’uomo». Con questa qualifica personale Gesù presenta sé stesso nella sua realtà divina, come il fondamento ultimo di quanto sta per dire; infatti si riporta a quanto attesterà davanti al Sinedrio, dicendo di sé stesso: «Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza [ = Dio] e venire con le nubi del cielo» (14,62). La seconda: « ha il potere di perdonare i peccati», un’opera che solo Dio può compiere (Is 43,25 citato sopra). La terza: «sulla terra», rimanda al potere di rimettere i peccati che il Risorto accorderà agli Apostoli e che Matteo presenterà in forma più ampia: «aveva dato un tale potere agli uomini» (Mt 9,8). Lo stesso giorno della sua Risurrezione, nel Cenacolo, Gesù trasmette ai suoi discepoli lo stesso suo potere: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (Gv 20,22-23). – Segue il miracolo: istantaneamente («subito»), pubblicamente («sotto gli occhi di tutti»).

5. Si alza una lode corale. «e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!» (Mc 2,12b). Ci uniamo, con viva fede, a tale lode a Dio.

Conclusione. Il miracolo si ripete nella confessione sacramentale e con queste parole rivolte al penitente: “Il Signore ha perdonato i tuoi peccati. Va’ in pace”. E’ la pace gioiosa del perdono.

G. Crocetti sss