Siedi alla mia destra

Leggiamo Lc 20,41-47. L’episodio si ha anche in Mc 12,35-37 e Mt 22,41-46 (Serie su Matteo n.110).

1. Davide, nella storia e nella predizione profetica. Storia. Nel blocco storico che va da 2Samuele c. 16 a 1Re c. 2, cioè da quando Davide è entrato nella corte del re Saul a quando abdica in favore di Salomone e muore. Da questo blocco rileviamo due elementi portanti: la promessa divina e l’estensione del suo regno.

– La promessa divina. Davide è riuscito a diventare re, prima di Giuda, poi d’Israele, e a conquistare Gerusalemme, sottraendola ai Gebusei e facendola sua città e capitale del regno. Dopo questa conquista progetta di costruire un tempio (bt-bayt) a Jahvè. Proprio in questo contesto si colloca la promessa che Jahvè, mediante il profeta Natan, fa a Davide: «La tua casa (bt-bayt) e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”» (2Sam 7,16). La promessa, più volte ripetuta nell’Antico Testamento, segna l’inizio del messianismo davidico che sfocia nel Nuovo Testamento.

– L’ampiezza del regno. Con la bravura militare e con la capacità diplomatica portata avanti anche attraverso i matrimoni, Davide ha creato uno stato che va dal Torrente d’Egitto (vicino a Gaza) al fiume Eufrate, certo un regno fatto da un’accozzaglia di staterelli fra loro tanto diversi, che si frantumerà alla morte di Salomone, ma che il popolo ebraico non avrà mai più una così tanta ampiezza.

Su questa duplice base si svilupperà la tradizione successiva riguardante la personalità di Davide come re.

Profetismo. I profeti, che vivono nel periodo di umiliazione e decadenza sotto gli assiri e i babilonesi, nelle loro profezie messianiche ricorrono alla figura di Davide per presentare il Messia futuro: «Susciterò per loro un pastore che le pascerà, il mio servo Davide» (Ez 34,23). «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, / un virgulto germoglierà dalle sue radici» (Is 11,1). “Germoglio-Virgulto” è il Messia discendente di Davide che ha come padre Jesse. Ancora. Il Messia nascerà a Betlemme, la città natale di Davide (Mic c. 5).

Infine, ricordiamo che il nome di Davide entra nella liturgia del Tempio, tanto che 73 dei 150 Salmi fanno inizialmente un generico rimando a Davide con l’espressione “le-Dawid” (che non significa: composto da Davide).

2. Il Cristo-Messia è proprio e soltanto figlio di Davide? «Allora egli [Gesù] disse loro: “Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, 42se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: “Disse il Signore al mio Signore: / Siedi alla mia destra / 43finché io ponga i tuoi nemici / come sgabello dei tuoi piedi?” / 44Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?”» (Lc 20,41-44; e Sal 110).

Nel rispondere alla domanda, che personalmente si è fatta, Gesù adotta lo stile rabbinico di argomentare. Il che, forse, disturba un po’ la nostra mentalità e attesa. Parte dalle parole iniziali del Salmo: «Disse il Signore (Jahvé) al mio Signore (adonì)». Oggi, al telefono gli ebrei usano adonì, mio signore, in segno di rispetto e di attenzione all’interlocutore. Ma certo non è questo l’uso tra genitori e figli.

No, non si può dire che il Cristo-Messia è figlio carnale di Davide, che la materiale discendenza davidica lo qualifica come Messia.

Ancor meno uno poteva giustificare la sua lotta contro i romani attribuendosi il titolo di messia, discendente di Davide. Luca steso ne ricorda alcuni. Per bocca di Natanaele, che parla davanti al Sinedrio, Luca ha modo di ricordare «Tèuda» coi suoi quattrocento uomini»; poi «Giuda il Galileo, al tempo del censimento» (At 5,35-36); lo steso comandante che ha sottratto Paolo dal linciaggio degli ebrei ritiene che Paolo sia «quell’Egiziano che… ha condotto nel deserto i quattromila ribelli» (At 21,37-38).

Gesù non spiega la natura della sua davidicità a persone che non vogliono prestargli credito.

3. Gesù figlio di Davide in Luca. Diciamo subito che nel Nuovo Testamento la figura di Davide non è al primo piano. Il nome Davide vi ricorre 59 volte, Abramo 73 volte, Mosè 80 volte.

In Luca Davide ha grande rilievo. Nel racconto dell’annunciazione viene detto che Giuseppe è «un uomo della casa di Davide» (1,27). Poi l’angelo informa Maria dicendole che Gesù «sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre … e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32). Siamo già al di sopra di quanto era stato promesso alla discendenza carnale di Davide. In più, l’affermazione viene completata con quella che segue. Cioè, alla dignità messianica in Gesù si aggiunge quella della sua natura divina: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» (1,35). “Figlio dell’Altissimo”, è la dignità messianica; “Figlio di Dio”, è la natura divina.

Conclusione. Con il cieco di Gerico, gridiamo anche noi: «“Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!
43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio» (Lc 19,38.43). Anche noi, illuminati dalla sua Parola, lo seguiamo.

P. Crocetti