Gesù e i due discepoli di Emmaus (1)

Leggiamo Lc 24,13-27. E’ questa la prima parte di un racconto molto unitario, ma che, per la sua lunghezza, siamo costretti a dividere in due puntate. La prima è dominata dal fatto che Gesù cammina con i due e che spiegò ad essi le Scritture.

1. «In quello stesso giorno». I due discepoli di Emmaus. – « 13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto» (Lc 24,13-14)..

Sorprendente è l’informazione «in quello stesso giorno», che poi lega tutto il racconto al giorno stesso della risurrezione di Cristo. Quando Luca scriveva, quel giorno era diventato il primo della settimana, nel quale si celebrava la Messa: «Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane» (At 20,7), il pane eucaristico. – «Emmaus», località menzionata solo qui, forse corrisponde a Emmaus Qubeibe, villaggio lontano Km 11,5 da Gerusalemme, chiamato al tempo dei Crociati “Castellum Emmaus”. – I due «conversavano (hômíloun / hômiléô) tra loro», quindi in un modo pacato e di ricerca. – «di tutto quello che era accaduto», sia il Venerdì Santo sul Calvario che, alle donne, nella mattina di Pasqua.

2. Gesù si unisce a loro «15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo» (Lc 24,15-16).

Luca sottolinea l’importanza dell’entrata in scena: «Gesù in persona» (autòs Iesoùs, lo stesso Gesù), si avvicina a loro e cammina con loro. Il suo corpo è quello di individuo risorto e può assumere varie forme visive.

3. Li interroga e ascolta la loro delusione. – «17Ed egli disse loro: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?”.

19Domandò loro: “Che cosa?”. Gli risposero: “Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”» (Lc 24,17-24).

Gesù li interroga perché vuole entrare in dialogo con loro; vuole cambiare in gioioso il loro «volto triste». Li mette nell’occasione di parlare a lungo ed essi si presentano come ben informati su quei fatti che anche noi conosciamo dalle puntate precedenti (24,1-12). Il loro stato d’animo è percepibile in quel «noi speravamo» che ormai sta per svanire sotto il peso di un evento così sinistro; e già «sono passati tre giorni». Le notizie giunte dai nostri, le visioni di angeli, l’annuncio delle donne, le testimonianze che Egli è vivo, non hanno avuto influsso positivo sul loro stato di smarrimento.

4. Spiega ad essi le Scritture.«25Disse loro: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,25-27).

Siamo alla Liturgia della Parola! Gesù richiama ad essi «tutto ciò che hanno detto i profeti» riguardo alla sua persona e missione. Entrano in lista, e al primo posto, i Carmi del Servo di Jahvè, specialmente l’ultimo, dove si dice che egli «ha spogliato se stesso fino alla morte / ed è stato annoverato fra gli empi, / mentre egli portava il peccato di molti / e intercedeva per i colpevoli» (Is 53,12). Parte di questo testo era stato citato da Gesù stesso: «Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi» (Lc 22,37 citando Is 52,12). Poco dopo i due discepoli riveleranno: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» (24,32) .

Conclusione. Signore Gesù, apri la nostra mente «per comprendere le Scritture» (24,45) perché nei momenti difficili ognuno di noi ripeta a sé stesso e faccia sua la promessa divina: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò» (Eb 13,5).

 

P. Crocetti.