I vari tipi di terreno

Leggiamo Mc 4,13-20. Il brano si presenta come una spiegazione della parabola precedente a uso dei discepoli. La parabola sottolineava la fecondità del seme; la spiegazione si interessa degli disposizioni degli uditori.

1. Il seminatore semina la Parola. «13E disse loro: “Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? 14Il seminatore semina la Parola”» (Mc 4,13-14).
Gesù parte dal fatto che i discepoli non hanno capito la parabola e coglie l’occasione per spiegarla. E’ questo un incipit proprio di Marco. Come gli è esclusiva la spiegazione della parabola formulata in una sola frase: «Il seminatore semina la Parola » (hò lògos). E’ quanto si deduceva già – come rilevammo – dall’insieme della parabola.
La novità è nella formula « la Parola» (hò lògos)», in forma assoluta, cioè , senza aggiunte (non: «la parola» + di Dio), merita molta attenzione. Nella spiegazione nel nostro testo di Mc si ha ben otto volte, una volta in ciascuno degli otto versetti; nel seguito del Vangelo di Marco la formula ricorre solo tre volte (4,33; 7,13; 16,20). Nella spiegazione parallela di Mt 13,20-23 si ha quattro volte e non più altrove. Nella spiegazione parallela di Lc 8,11-15 si ha solo due volte.
Ebbene, questa presentazione personificata de «la Parola» appartiene al linguaggio tecnico della chiesa nascente che la usa con grande frequenza, negli Atti e altrove (At 4,4; 6,4; 8,4; Col 4,3; ecc.).
Ne segue un importante principio interpretativo. Di certo, il nostro brano porta con sé l’impronta del suo utilizzo nella chiesa primitiva. Riflette le fatiche, gli insuccessi e i successi della prima missione cristiana; l’entusiasmo degli annunciatori. Ci mette a contatto con quelli della prima generazione cristiana e ci chiede di imitarli.
Il testo che segue presenta quattro gruppi, suddivisi – in modo analogo a quanto avvenne nella parabola – nei primi tre negativi e nel quarto positivo.

2. Primo gruppo. «Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro» (Mc 4,15)
«Quelli» sono gli uditori come “seminati” dalla Parola, cioè che hanno ricevuto «la Parola», ma poi, come facevano gli uccelli con i semi, se la lasciano rubare da Satana. Ciò può avvenire a livello individuale e comunitario. La prima comunità cristiana avvertiva l’opposizione che Satana frapponeva al suo sviluppo. «Io, Paolo, più di una volta ho desiderato venire da voi, ma Satana ce lo ha impedito» (1Ts 2,28); «Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo» (2Cor 16,3)

3. Secondo gruppo. «16Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno» (Mc 4,16-17).
I tessalonicesi avevano «accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo» (1Ts 1,6). Tale slancio iniziale, gioioso, doveva affrontare le difficoltà di vario genere che la pratica della fede avrebbe comportato: occorreva essere «saldi nella fede come vi è stato insegnato» (Col 2,3). La persecuzione, di vario genere metteva alla prova tale fede. «Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano» (1Pt 4,12)

4. Terzo gruppo. «18Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto» (Mc 4,18-19).
«Altri» “seminati” dalla Parola, cioè hanno già fatto propria la Parola, rimangono tuttavia infruttuosi perché soffocati dai «rovi» di questo mondo, che sono le preoccupazioni mondane, la ricchezza e le diverse passioni. «7Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. 8Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci…» (1Tm 6,7). «17A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell’instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne» (1Tm 6,17)

5. Quarto gruppo. 20«Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno» (Mc 4,20).
Ritorniamo a Mc 4,8 che dava la conclusione della parabola. Qui, nella spiegazione viene detto che coloro che hanno accolto la Parola portano frutti abbondanti. Io, Paolo, prego per voi, colossesi, «perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio» (Col 1,10).
Conclusione. Davvero, il Signore ci conceda la grazia di «piacergli in tutto». In questo modo trapiantiamo, in un continuo crescendo, la Parola nella nostra vita di credenti.

P. Giuseppe Crocetti sss