Leggiamo Mc 6,6b-16. Gesù invia in missione gli Apostoli. Da Mc 6,6b fino a Mc 826 i brani spesso sono legati fra di loro e formulati con eccessiva brevità. Non li completo con il plus presente nei brani paralleli di Mt e Lc perché in questo caso Mc cesserebbe di essere Mc.

1. Il campo di attività di Gesù. «Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando» (Mc 6,6b).
Questa introduzione telegrafica è di natura redazionale. Dice in modo generico – ed efficace – che Gesù continua a darsi a un’attività intensa, faticosa, capillare. Occorre l’aiuto dei Dodici.

2. Gesù invia i Dodici. «Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri».(Mc 6,7).
«I Dodici», denominazione molto usata da Mc a partire da quanto Gesù creò questo gruppo particolare: «Ne costituì Dodici» (3,14) dal significato tanto evocativo alla luce delle Dodici Tribù d’Israele. Ebbene, a quel gruppetto Gesù assegnava due compiti principali: «che stessero con lui» proprio nella loro qualità di “discepoli” affinché ricopiassero nella loro vita la vita del Maestro. In questo invio dei Dodici si concretizza il secondo scopo: «per mandarli a predicare». – «due a due» perché una testimonianza valida comporta almeno due testimoni: «Un solo testimone non avrà valore contro alcuno, … il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o di tre testimoni» (Dt 19,15). – «il potere sugli spiriti impuri». E’ il potere che ha Cristo stesso e che tanto viene messo in risalto in Mc. a partire dalla giornata di Cafarnao: «Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati» (1,32). Sorprende che, il nostro versetto, non nomini gli ammalati. Ma sorprende non più di tanto, perché manca anche l’attività di predicatori e l’oggetto della predicazione che è la vicinanza del Regno. come anche l’urgenza della conversione Nel versetto 12 del brano Mc accennerà a questi argomenti. Mc si muove all’insegna della brevità, che spesso comporta il pericolo: «brevis esse volo, obscurus fio», voglio essere breve, divento oscuro.

3. L’equipaggiamento degli inviati. « 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche» (Mc 6,8-9).
Il testo si sofferma sul comportamento spartano che devono tenere. – «non pane», cioè non cibo di riserva; – «né sacca», il borsone dove mettere abiti di ricambio; – «né denaro nella cintura», nella quale si metteva il denaro: si tratterebbe, in più, di kalchón, cioè “bronzo”, monetine di bronzo (non d’argento o oro) di pochissimo valore. Sono invece permessi un bastone, per appoggiarsi, per la difesa dalle bestie selvatiche, e di calzare sandali : due oggetti proibiti nel testo parallelo di Mt e Lc. Segno che, in Mc, i tempi e i luoghi sono cambiati e le necessità diverse. Per Luca, sarà Gesù stesso a fare i cambiamenti: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca…» (Lc 22,35-36). Sia in Mc, che in Mt-Lc Gesù di certo non aveva l’intenzione di rendere difficile la deambulazione ai sui inviati!

4. Il comportamento in casa. «10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano» (Mc 6,10-13).
«Rimanete» nella casa che vi ospita, in forza dell’ospitalità considerata quasi sacra.- «scuotete la polvere sotto i vostri piedi». Il gesto si lega sia alla somma importanza che rivestiva l’ascolto del messaggio, sia della dignità di Colui che li ha inviati. – «ungevano con olio molti infermi e li guarivano», perché a quella unzione era legato un potere soprannaturale. Si ha un preannuncio del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, presentato da Giacomo: «Chi è malato, chiami presso di sé i presbìteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore» (Gc 5,14-15).

5. La notizia di Gesù giunge a Erode. «14Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». 15Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». 16Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!» (Mc 6,14-15).
Anche in ambienti ostili, la fama di Gesù, tanto manifesta ed evocativa di personaggi quali Elia e Giovanni Battista, si imponeva con forza allo stesso Tetrarca Erode del quale Gesù era suddito.

Conclusione. Fare nostri i consigli spirituali e i comportamenti esemplari: «Siate ricolmi dello Spirito, 19intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore,20rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Ef 5,18-20).

P. Giuseppe Crocetti sss