Leggiamo Mc 6,17-29. Questo episodio viene raccontato con tanti particolari che mancano nei racconti paralleli di Mt e Lc. Ancor più che questi, Mc vuole presentare il martirio del Precursore come un anticipo della passione e morte di Gesù Cristo.

1. Erode fa incarcerare Giovanni Battista. « 17Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. 18Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». 19Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, 20perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.» (Mc 6,17-19).
Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti» (6,14) e sta vivendo nella persona di Gesù. Questa voce fa nascere l’occasione di raccontare la morte del Battista. Anche Giuseppe Flavio (a. 37-100) racconta la stessa vicenda in Antichità Giudaiche, 18,116-119 sostanzialmente concorde – «Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione». Nel duplice scopo: di farlo tacere, per interrompergli la polemica che egli portava avanti contro la corruzione del sovrano; e anche per proteggerlo dalla moglie Erodiade che proprio lo voleva morto: «a causa di Erodìade». – «moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata». Ecco il duplice motivo del rimprovero. Prendere la moglie del proprio fratello (o fratellastro, secondo Flavio), cosa proibita dalla Legge: «21Se uno prende la moglie del fratello, è un’impurità; egli ha scoperto la nudità del fratello» (Lv 20,21); «Non scoprirai la nudità di tua cognata: è la nudità di tuo fratello» (Lv 18,16). In quanto «nudità del tuo fratello» equivaleva a un incesto. A questo motivo si aggiungeva l’adulterio (Es 20,17), meno sottolineato nel nostro testo. – «uomo giusto e santo»: quindi, Erode aveva stima per il Battista.

2. Il banchetto. Erodiade danza e chiede la testa del Battista. «21Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. 22Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». 23E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». 24Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista .25E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». » (Mc 6,20-25).

«Fece un banchetto». Dove? Viene da pensare a Tiberiade che Erode Antipa aveva eretta a capitale del Regno in sostituzione della precedente Sefforis, 6 km a nord di Nàzaret. Però Giuseppe Flavio fa sapere che Giovanni era prigioniero nella fortezza di Macheronte. – «io te lo darò». 23E le giurò più volte». Il re consegna alla ballerina la sua potestà decisionale, con promessa solenne, convalidata da più giuramenti. – «la testa di Giovanni Battista»: un delitto, programmato dalla madre, presentato dalla figlia, in contesto conviviale e il tutto; «adesso, su un vassoio». Chiede che si compia un delitto orribile, senza che si frapponga indugi.

3. Erode lo fa decapitare. «26Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. 27E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione 28e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre» (Mc 6,26-28).

«Il re mandò una guardia». Secondo Giuseppe Flavio (A. J., 116), come accennavamo sopra, il Battista era prigioniero nella fortezza del Macheronte. Nel testo sembra che tutto si sia svolto seduta stante: la guardia compie il macabro rito, consegna quel che deve alla figlia, la figlia alla madre che cosi si gode la sua atroce vendetta.

4. I discepoli seppelliscono il loro maestro. «I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro» (Mc 6,29).

Questo versetto rivela bene lo scopo che Marco si prefigge: rimandare il lettore a quanto dirà della sepoltura di Cristo. «3Giuseppe d’Arimatea… 46 lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia» ( 15,42-47).

Conclusione. In questo lungo brano, caso unico nel suo Vangelo, Marco non mette per protagonista Gesù; anche se Gesù stesso vi farà rimando (9,13; cf Mt 17,I3) ed è continuamente sottinteso.Vuole assolutamente che tale martirio venga letto in funzione del Martire del Golgota. «Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, / perché, non vivendo più per il peccato, / vivessimo per la giustizia; / dalle sue piaghe siete stati guariti» (1Pt 2,24; cita Is 53,5).

P. Giuseppe Crocetti sss