Leggiamo Mc 6,45-56. Gesù che cammina sulle acque del lago per raggiungere i Dodici che sono in braca e con i venti contrari. Il brano è una manifestazione di Cristo nella sua potenza divina.

1. Gesù congeda la folla e sale sul monte a pregare. «45E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. 46Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare» (Mc 6,46-46).
«Costrinse i suoi discepoli». Gesù prende questa decisione con forza per preservare i Dodici dall’interpretazione politica della moltiplicazione dei pani: «14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!» 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte» (Gv 6,14-15). – «a precederlo sull’altra riva, a Betsàida». Questa città, patria di Pietro e di Andrea (Gv 1,44), è al lato sinistro del Giordano circa 3 km prima che il fiume entri nel lago, in territorio non soggetto a Erode Antipa. Dal punto di vista geografico, a volte Mc lascia a desiderare. – «salì sul monte a pregare», cioè su una collina vicina. Gesù, in quanto uomo, sente il bisogno di pregare; così aveva fatto nella giornata di Cafarnao (1,35).

2. Va verso i discepoli camminando sul mare. «47Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. 48Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. 49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, 50perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura! E salì sulla barca con loro e il vento cessò» (Mc 6,47-51a).
«Venuta la sera , cioè il silenzio, il buio, il pericolo, la paura, ci si trova in questa situazione: «la barca era in mezzo al mare» ed «egli, da solo (autòs mónos) a terra», cioè, lontano dai suoi cari. -. A questo quadro negativo seguono delle aggiunte: affaticati nel remare… vento contrario… sul finire della notte», cioè nelle ore 3-6 del mattino. – «Vedendoli affaticati…» Gesù, nonostante il buio e la disianza li sta vedendo: col suo sguardo sovrumano, divino. – «egli andò verso di loro», come Dio stesso si muove in aiuto: «Ecco, il Signore Dio viene con potenza…» (Is 40.10). – «camminando sul mare»; ancora come Dio stesso: «Sul mare la tua via, / i tuoi sentieri sulle grandi acque» (Sal 76). – «e voleva oltrepassarli»: richiama Dio che dice di sé stesso a Mosè: « «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore (Yhwh), davanti a te.» (Es 33,29.32; 34,6). La reazione dei discepoli è quella di coloro che vengono a trovarsi alla presenza del soprannaturale, del divino.
Questi vari elementi teofanici, di apparizione divina, ricevono la loro convalida nel versetto 50: «Coraggio, sono io, non abbiate paura! E salì sulla barca con loro e il vento cessò» (Mc 6,47-51a).

3. Non avevano compreso. « E dentro di sé erano fortemente meravigliati, 52perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito» (Mc 6,51b-52).
Secondo Marco i discepoli avrebbero dovuto capire il significato profondo dei pani moltiplicati che li avrebbero portati a una giusta comprensione del cammino di Gesù sulle acque e del miracolo compiuto di far cessare i venti. Questa non-comprensione dei discepoli, che attestata da Mt, è una caratteristica del nostro Vangelo (8,17.18.21.33; 9,10,32; 10,38). Per quanto riguarda il caso presente (6,51.52) Mc viene corretto e smentito dal testo parallelo di Matteo che dice che parla dell’adorazione alla persona di Gesù da parte degliApostoli: «32Appena saliti [Gesù e Pietro che Gesù ha salvato dal naufragio] sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca [i Dodici] si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!» (Mt 14,32-33).

4.Varie guarigioni a Genèsaret. «53Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. 54Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe 55e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. 56E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati» (Mc 6,54-56). – «Genèsaret» è quel tratto nord-occidentale del lago che va da Tiberiade a Cafarnao. La città omonima viene identificata con Tell Oreime.

Conclusione. L’aiuto divino accompagna ogni giorno della nostra vita. «Penso a te 7 a te che sei stato il mio aiuto, 8esulto di gioia all’ombra delle tue ali» (Sal 63,7-8). Chiediamo umilmente la sua protezione: «Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi» (Sal 17,8).

P. Crocetti