Leggiamo Gv 6,35-51. Questi versetti portano pian piano l’attenzione dal «pane» che è il Verbo incarnato, a «il pane che io darò è la mia carne », cioè da Gesù in quanto Verbo incarnato a Gesù che farà dono della sua «carne», cioè di sé stesso mediante l’Eucaristia. Altro passaggio: al precedente verbo “operare, darsi da fare” (ergázomai) succede «credere» (pistèuô), che è più esplicito rispetto al primo. Punto d’arrivo sarà il cambio finale: il sostantivo «pane» (ártos) viene cambiato con la frase: «è la mia carne», cioè sono Io, Gesù, mediante la santa Eucaristia.