Leggiamo Mc 7,24-37. Gesù va fuori della Palestina, in terra pagana, accoglie la richiesta di una pagana liberando la figlia da un’ossessione diabolica; guarisce un sordomuto.

1. Gesù si porta in territorio pagano. «Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto» (Mc 7,24).
Gesù ha fatto la sua solenne dichiarazione con la quale «rendeva puri tutti gli alimenti» (7,19). Ha demolito una delle barriere che separavano ebrei da pagani; quindi ha reso possibili gli incontri fra i due popoli. – «andò nella regione di Tiro», in zona abitata da popolazioni pagane, a volte associata a Sidone (Mt 11,22). Tiro, una città dell’antica regione Fenicia subito a nord della Galilea, a 55 k m dal Carmelo. Al tempo di Gesù faceva parte della Provincia Romana della Siria. – Preso dimora in una casa «non voleva che alcuno lo sapesse». Quindi, si trovava là non per fare apostolato, ma solo, diremmo, per dimorare simbolicamente in terra pagana. – «non poté restare nascosto». Certamente ciò avvenne in ragione della sua fama che aveva oltrepassato i confini nazionali

2. Una pagana gli chiede di guarire sua figlia .«25Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. 26Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia» (Mc 7,25-26).
La donna che subito va Gesù, va da lui, era «di lingua greca» in quanto usava tale lingua e cultura; ma pagana per origine, una siro-fenicia. – La tanto cara “figlioletta” (thygátrion, solo in Mc), era posseduta dal demonio. La mamma, chiedeva con grande umiltà e ossequio, che Gesù liberasse la figlia da quell’ossessione.

3. Il dialogo fra Gesù e la donna. La guarigione della figlia. «27Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 28Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». 29Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». 30Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato» (Mc 7,27-30).
Gesù aveva già operato, isolatamente, nella pagana Decapoli, a favore di un ossesso (5,1-20). Il presente, invece, fa parte di una serie di miracoli. Questi si hanno in ambiente pagano e per pagani.

4. Gesù si sposta e rimane in territorio pagano. «Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli» (Mc 7,31).
Spostandosi da Tiro, a Sidone, alla «Decàpoli», Gesù continua a rimanere n territorio pagano.

5. Gesù guarisce un sordomuto.«32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente» (Mc 7,32-35).
Rileviamo facilmente che Marco, o la tradizione da cui dipende, imita in certa misura, il raccontare di miracoli del mondo pagano. Di certo Gesù stesso aveva compiuto il miracolo jn stile – diciamo così – pagana; : le dita negli orecchi, la saliva e il toccargli la lingua, il sospiro, lo sguardo verso il cielo, “effatà” la parola decisiva. Il che dice l’interesse che Gesù ha per il mondo pagano, Così egli prepara il comando che, da risorto, darà agli Apostoli: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (16,15) salvando anche gli usi che non contraddicono ka fede cristiana. Da qui l’inculturazione praticata da tanti missionari illuminati nel corso dei secoli. Pensiamo a P. Matteo Ricci, nell’ambiente cinese. Ancor più, a Paolo che ne fa una legge per la sua persona: «19Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: 20mi sono fatto come Giudeo per i Giudei…; pur non essendo io sotto la Legge, mi sono fatto come uno che è sotto la Legge… 21Per coloro che non hanno Legge… mi sono fatto come uno che è senza Legge… 22«Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno» (1Cor 9,19-22).

6. L’ovazione conclusiva. « 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!» (Mc 7,31.37).
Il comando di tacere è limitato nel tempo. L’acclamazione dell’ultima frase sta a indicare la realizzazione di quanto il profeta preannunciava per i tempi messianici: «Allora si apriranno gli occhi dei ciechi / e si schiuderanno gli orecchi dei sordi» (Is 35,5).

Conclusione. I gesti di Gesù e la sua parola «Effatà» sono entrati nella liturgia battesimale e il celebrante li ha ripetuti su di noi quando abbiamo ricevuto il Battesimo. Il tutto è stato accompagnato da questa invocazione: «Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre». Con la grazia del Battesimo e della Parola, che ascoltiamo e annunciamo, possiamo attirare anche su di noi la lode divina: «Ha fatto bene ogni cosa».

P. Giuseppe Crocetti sss