Leggiamo Mc 8,31-38. Gesù preannuncia la sua passione e indica le conseguenze che tale evento ha nella nostra vita. Questo preannuncio verrà ripetuto altre due volte e porterà all’affermazione solenne: «Il Figlio dell’uomo è venuto per… dare la propria vita in riscatto per molti» (19,45).

1. Il primo preannuncio della passione-risurrezione. «31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente» (Mc 8,31-32a).
«Incominciò (êrxato / árchoma) a insegnare». Proprio così. Gesù inizia un nuovo tema di predicazione. Se nei capitoli precedenti l’attenzione era rivolta alla dignità della sua persona, ora si porta sul mistero della sua missione che è quello di «dare la propria vita in riscatto per molti» (10,45). – «a insegnare loro» la passione redentrice, tanto ostica per la mentalità del tempo (anche di quella d’oggi!), doveva essere recepita per diventare norma di comportamento. – Diventa anche frequente la denominazione «il figlio dell’uomo», con rimando a Dan 7,13 e dietro a questo, nello stesso tempo, si profila la figura del Servo di Jahvè, l’Uomo dei dolori che espia i peccati (Is 52,13-53,12) di tutti. – «doveva (deî, deve) perché annunciato nelle Scritture e che quindi deve essere adempiuto, – «soffrire molto» da parte del Sinedrio ricordato negli elementi che componevano quell’assemblea di 71 membri: anziani, capi dei sacerdoti, scribi. – «venire ucciso e, “dopo tre giorni”, risorgere» on modo di esprimersi che si riporta a Osea: «2Dopo due giorni ci ridarà la vita / e il terzo ci farà rialzare» (Os 6,2-3); in realtà Gesù è stato nella tomba un giorno intero e un po’ del venerdì e della domenica. – «Faceva questo discorso apertamente» (parresíai), senza circonlocuzioni e con coraggio quasi provocatorio.

2. La reazione di Pietro. «32Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo.. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu
non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,32b-33).
«lo prese in disparte». Pietro è del tutto convinto della bontà di quanto sta per dire a Gesù e si adopera con calma e “in disparte”, per ben convincerlo. – «Va’ dietro a me, Satana!» (cf Mt 4,10). Gesù gli fa aprire bene gli occhi; opponendoti alla realizzazione della mia passione redentrice tu replichi la stessa tentazione che Satana lanciò contro di me nel deserto. Rimani piuttosto nella tua parte di «discepolo»: è quanto gli chiede con quel andare «dietro», dietro al Maestro. Il tuo ragionamento di Pietro è solo umano.

3. Condizioni per seguire Gesù. «34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 36Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? 37Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?» (Mc 8,34-37).
Segue una catechesi rivolta alla «folla» e ai «discepoli» sulla sequela di Gesù. – «rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua». Il verbo aparnéomai sta a indicare la radicale opposizione al proprio io, intaccato dal peccato. In concreto egli chiede la piena disponibilità nel lasciarsi conquistare da Cristo, senza tirarsi indietro a causa della croce del Maestro e seguirlo anche col rischio della propria vita. L’opposto di rinnegare è “riconoscere”: «8Io vi dico: chiunque mi riconoscerà (omologéô) davanti agli uomini…, ma chi mi rinnegherà (arneomai) davanti agli uomini…» (Lc 12,8.9; cf 2Tm 2,13). – «per causa mia e del Vangelo». Marco associa la persona di Cristo all’Evangelo di Cristo (10,29).
«38Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc 8,38).
«Si vergognerà» (epaischýnomai) una forma un più attenuata di «rinnegare »la Parola. Paolo dice; «non mi vergogno del Vangelo» (Rm 1,16). Indica, cioè, la mancanza di coraggio nel difendere e testimoniare il Vangelo, la propria fede.

4. Il detto escatologico difficile. «Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza» (Mc 9,1).
Quindi, il regno giunge «con potenza» e non nella semplicità; – «alcuni, qui presenti» ne vedranno l’arrivo. Non si tratta della venuta finale nella gloria, che coinvolge tutti. Neppure delle apparizioni pasquali, perché, per quanto importanti, realizzano in parte la potenza del Regno di Dio. Preferiamo la scena della Trasfigurazione: «Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime… Rabbì, è bello per noi essere qui» (9,3.5) .

Conclusioni. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Troviamo qualche momento nella giornata per riflettere in atteggiamento adorante sulla nostra dignità di redenti.

P. Giuseppe Crocetti sss