Era con le fiere e gli angeli lo servivano

Leggiamo Mc 1,12-13 su Gesù tentato nel deserto lungo quaranta giorni. L’episodio si differenzia molto da quello di Mt 4,1-11 e di Lc 4,1-13. Cf. Serie su Matteo, n.11; Serie su Luca n, 21.

1. Ecco l’intero racconto in Marco. – «12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano » (Mc 1,12-13). E’ tutto qui! Marco non descrive le tre tentazioni, non parla di azioni di Gesù o reazioni di Satana, non dice che digiunò. Come vedremo, si limita a presentare l’Uomo Nuovo, che, pur tentato da Satana, rimane nell’amicizia con Dio. E’ lo stato morale-spirituale dell’uomo redento.

2. «E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto» (Mc 1,12). L’avverbio «subito» ricorre tante volte in Mc (1,10.1218,13,30; ecc.). Non può essere preso sempre in senso strettamente cronologico perché ridurrebbe la durata del ministero di Gesù forse a poche settimane. Spesso Mc usa «subito» per collegare episodi che hanno un legame causale. Il nostro «subito» si lega al precedente episodio del Battesimo di Gesù con sua piena accettazione del volere Padre (1,9-11). – «lo sospinse» (ekbàllei), esercita quindi un ruolo di forza e di guida. – «nel deserto», quale luogo di tentazione, come era avvenuto per il popolo ebraico (Dt 8,2), ma anche di incontro soprannaturale con Dio: «Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16). Così, in un impeto d’amore, preannuncia Jahvè a Israele che cede all’idolatria..

3. «E nel deserto rimase quaranta giorni» (Mc 1,13). – Era la durata tradizionale di esperienze particolari, quale quella di Elia che cammina quaranta giorni nel deserto per sottrarsi all’ira della regina Gezabele.

4- «E … era tentato» (Mc 1,13). “Era in continuo stato di tentazione (en… peirazòmenos). Ci viene da pensare che la tentazione viene provocata dalla sua passione dolorosa. Infatti, la preghiera di Gesù nel Getsemani sarà riferita in modo vivo proprio da Marco. Quale anche vero uomo, Gesù ebbe una forte ripugnanza anche per il dolore fisico, oltre che per gli insulti morali. Questa sua ripugnanza verso il dolore anche fisico viene descritta plasticamente da Marco: «Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava…» (14,35); letteralmente: ”cadeva sulla terra (épipten epì tès ghes), cioè il dolore lo sopraffaceva e lo faceva ripetutamente cadere. Nel testo parallelo Matteo 26,39 scrive semplicemente che Gesù si inginocchiò curvandosi fino a raggiungere la terra con la fronte (épesen epì pròsôpon autoù proseuchômenos), come fanno i mussulmani; così già, nella Trasfigurazione, alla voce del Padre «i discepoli caddero con la faccia a terra» (Mt 17,6). In Marco l’atteggiamento di Gesù si avvicina a quello descritto nella lettera agli Ebrei: «Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte…» (Eb 5,7). Come nel deserto ora nel Getsemani Gesù riporta vittoria dicendo: «Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu» (14,36).

5. Tentato «da Satana». Per che cosa? Perché Gesù non seguisse il Messianismo del Servo Sofferente (Is c.53). Anche qui ci è utile il testo esclusivo di Marco. Dopo la professione di fede messianica da parte di Pietro, Gesù preannuncia per la prima volta la sua passione e morte. Pietro si adopera nell’augurare che ciò non accada al suo Maestro. «Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”» (7,33). Nella tentazione Satana aveva già proposto a Gesù un parlare «secondo gli uomini», cioè contro Dio. .

6. «Stava con le bestie selvatiche gli angeli lo servivano». Questa convivenza con le fiere preannuncia simbolicamente la situazione paradisiaca, quella di Adamo prima del peccato (Gen 2,18-25); ancor più, quella preannunziata dai profeti in vista dell’opera del Servo: « 6Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;… 8Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera…» (Is 11,6-8; cf Is 65,25). Gesù risorto e con le sue piaghe ben visibili riassumerà il tutto con la frase: «”Pace a voi!”. 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco» (Gv 20,19-20). – «E gli angeli lo servivano». La vittoria del Servo Gesù viene festeggiata con l’immagine di un banchetto celeste.

Conclusione. Facciamo nostre queste parole rasserenanti: «Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova» (Eb 2,18); e ancora: « Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato» (Eb 4,15). Il Risorto ci dà la grazia di essere sempre “nuove creature”.

P. Giuseppe Crocetti sss