Il regno di Dio è vicino. Convertitevi

Leggiamo Mc 1,14-15.Ecco l’intero testo dei due versetti: «14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”» (Mc 1.14-15).

Dopo la notizia dell’imprigionamento del Battista l’annuncio globale del Regno di parte di Gesù, infine le sue stesse parole prime parole di Gesù in Marc.

Un proclama del genere non è un sunto del ministero e dell’opera di Gesù. E’ piuttosto l atteggiamento di fondo che gli uditori di tutti i tempi devono coltivare per accogliere l’opera e la persona di Gesù nella loro vita. E’ questa piena apertura di mente e di cuore ciò che vogliamo accrescere con la grazia del Vengelo.

1. Dopo l’imprigionamento di Giovanni Battista. – «Dopo che Giovanni fu arrestato…» (Mc 1,14a). – E’ importante tenere presente il significato letterale di paradídômi, cioè «consegnare», altrimenti vengono a mancare le connessioni con altri testi che usano lo stesso verbo. Nel Battista questa “consegna” si è concretizzata con il carcere e col successivo martirio, raccontato ampiamente da Mc in 6,17-29. Ebbene, questa vicenda del Battista con la sua conclusione tragica fa intravvedere quella di Gesù stesso, per il quale Gesù paradìdômi viene usato ben tredici volte! Per esempio: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno» (9,30). Marco qui fa intravvedere che il Battista è precursore di Gesù non solo con l’annuncio che ne ha fatto (1,4-6), ma anche con il carcere e il martirio.

2. Ha inizio la predicazione di Gesù. «Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio» (Mc 1,14b). – Dall’oscuro villaggio di Nazaret Gesù si porta nella parte della Galilea maggiormente abitata, prima a Cafarnao poi a tutta la regione – «proclamando (keryssein) il vangelo di Dio». E’ con la voce forte, autorevole, da araldo, che Gesù fa l’annuncio. Il contenuto globale qui è espresso con la frase riassuntiva: «il Vangelo di Dio».

Con uno stupendo volo poetico Isaia aveva preannunciato: «Come sono belli sui monti / i piedi del messaggero che annuncia la pace, / del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, / che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”» (Is 52,7). E’ la fretta del messaggero che Isaia vuole mettere in risalto: «i piedi del mebasser, “dell’annunciatore” che nei LXX è reso con euangélizomai. Fretta che nasce dall’importanza del messaggio che deve comunicare: «“Regna il tuo Dio», che comporta la gioia della fine dell’esilio babilonese nel 538 a. C.

E’ la ricchezza di contenuto dell’annuncio di Gesù che deve riempire anche noi di gioia: Gesù proclamava infatti: «il Vangelo di Dio». Tale Regno è il progetto salvifico di Dio che sta per compiersi in modo definitivo. E’ lo stesso Gesù che annuncia il Regno di Dio e che lo porta nella sua persona, in quanto egli è “lo stesso Regno”, autobasilèia, come lo definisce Origene. Paolo dichiara con santa compiacenza di essere stato «scelto per annunciare il vangelo di Dio» (Rm 1,1); dice che ha annunciato lungo tutta la sua vita «il vangelo di Dio» (Rm 15,16), che la sua è «la predicazione del vangelo di Cristo» (Rm 16,19). Il Signore ci associ alla sua attività di annunciatori del Regno, nella famiglia e nella parrocchia.

3. «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15a). La prima affermazione è simile – ma non uguale – a quella di Paolo che suona:: «Quando venne la pienezza del tempo» (Gal 4,6). Qui si tratta però di di pienezza del chrónos, del tempo nel succedersi dei vari periodi – patriarcale, monarchico, ecc. – che hanno portato all’incarnazione di Cristo. Marco, in più, parla di kairós, «tempo», che sta a indicare: un tempo unico, ben determinato, che rientra nel progetto di Dio, che riguarda direttamente la redenzione di Cristo. E’, come dice Gesù stesso: «il mio tempo», (ho emòs kairòs) (Gv 7,8). E’ il tempo della salvezza che si è avvicinato e che è giunto: (peplérotai, énghiken), anche se non era durante il ministero di Gesù«e il regno di Dio è vicino». Questa frase fa da base a quella precedente: il tempo è compiuto in quanto, precisamente, il regno di Dio è vicino. Tale “regno” è Dio stesso che si dona per amore mediante il suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo; compendia tutta l’opera e la grazia della salvezza mediante un linguaggio ”monarchico” (regno). Anche qui il termine greco è molto più ricco del nostro: «è vicino», éngiken, sta a dire che si è fatto vicino con la persona di Gesù e che si dispiega pienamente nell’opera che Gesù sta compiendo. Una analogia. Gesù dira dello Spirito Santo: «rimane presso di voi [percé è in me, Gesù] e sarà in voi» (in ragione della miamorte e risurrezione (Gv 14,17); infatti, il risorto dirà ai suoi: «soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 2022).

«e il regno di Dio è vicino». Questa frase fa da base a quella precedente: il tempo è compiuto in quanto, precisamente, il regno di Dio è vicino. Tale “regno” è Dio stesso che si dona per amore mediante il suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo; compendia tutta l’opera e la grazia della salvezza mediante un linguaggio ”monarchico” (regno). Anche qui il termine greco è molto più ricco del nostro: «è vicino», éngiken, sta a dire che si è fatto vicino con la persona di Gesù e che si dispiega pienamente nell’opera che Gesù sta compiendo. Una analogia. Gesù dira dello Spirito Santo: «rimane presso di voi [percé è in me, Gesù] e sarà in voi» (in ragione della miamorte e risurrezione (Gv 14,17); infatti, il risorto dirà ai suoi: «soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 2022).

nella pienezza del mistero di passione, morte e risurrezione di Gesù.

4. «Convertitevi e credete nel Vangelo». Conversione e fede sono il binario sul quale deve muoversi ogni generazione, la nostra. La fede è credere in conformità del Vangelo: è questo forse il significato di credere «nel Vangelo». La conversione trasferisce nel nostro agire quotidiano quanto il Vangelo di Dio richiede per il nostro bene.

Conclusione. Ci impegniamo nel credere e nell’agire da cristiani, non da stoici. Cioè, corroborando l’impegno personale con l’aiuto della grazia. Ascoltiamo Paolo. «La bontà di Dio ti spinge alla conversione» (Rm 2,5); e l’altra frase: «Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio» (Ef 2,8).

G. Crocetti sss