Venerdì scorso abbiamo concluso il nostro primo anno di corso alla Scuola di Formazione Teologica, riuniti tutti insieme con gli studenti del  secondo e terzo anno, il Direttore della scuola e alcuni docenti a Casa San Francesco in una tersa e fresca serata.

Questi mesi di lezioni sono passati in un soffio. Ci siamo incontrati per la prima volta in aula a ottobre provenienti da città diverse, da Cupramarittima, Martinsicuro, San Benedetto e Comunanza, tanto per citarne alcune, e pian piano abbiamo cominciato a conoscerci in punta di piedi e a scambiarci dispense e approfondimenti; via via abbiamo provato a scambiare anche qualche idea sui temi trattati a lezione e in questi ultimi giorni ci siamo confrontati e incoraggiati reciprocamente sugli esami imminenti. Senza quasi accorgercene, ci siamo scoperti affezionati, tanto più sorprendentemente perché,a dire la verità,forse non avevamo nessuna aspettativa di costruire amicizie e relazioni.

Tutti noi del primo anno poi siamo stati splendidamente accolti dagli studenti del secondo e terzo anno, aperti a parlarci e a raccontarci la loro esperienza della scuola e a coinvolgerci nella preparazione della serata conclusiva dell’anno accademico.

Quello che ci ha unito e continua a unirci è sicuramente la chiamata che ognuno ha ricevuto e il desiderio che sta diventando sempre più grande di conoscere la Parola, viva e presente nelle Sacre Scritture, nella storia, nel magistero della Chiesa, nel dipanarsi del ragionamento teologico.

E’ maturata la consapevolezza che nessuna omelia o lectio divina per quanto sublime potrà mai sostituire lo studio sistematico e globale di ciascuna fonte della teologia e l’acquisizione di un metodo di studio. Hanno lasciato un segno indelebile le lezioni di Padre Crocetti, innamorato delle Scritture, che ci ha trasmesso il gusto di leggere i testi sacri con tutte le note e i rimandi ai testi paralleli; così come ci hanno affascinato le lezioni di storia della chiesa che hanno dato il senso del progredire del corso degli eventi verso la parusia, attraverso le tormentate vicende per affermare le verità di fede nei primi concili e le lotte proseguite fin nel Medioevo per raggiungere un corretto rapporto tra potere temporale e papato – progredire della storia che è  di grande consolazione e speranza negli snodi difficili della vita personale e comunitaria.

A casa San Francesco dunque la scuola di formazione teologica si è radunata come vera e propria comunità cristiana, ben formata e con una sua identità, in una bellissima unità di cuore.

E’ proprio a questa comunità cristiana che il Signore si è rivolto con forza con le parole della prima lettera di Pietro (Lettura breve dei Vespri del giorno, 1 Pietro 5,1-3) con la meravigliosa potenza che ha la liturgia di intersecare la nostra vita : “Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge che di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone, ma facendovi modelli del gregge.” Queste parole proclamate nella cappellina della casa San Francesco sono riecheggiate nei nostri cuori come conferma del mandato a servire la Chiesa con gioia e gratuità, formulato non solo a ognuno dei presenti singolarmente, presbiteri e laici, ma anche alla stessa comunità della scuola collettivamente.

Questa parola è stata confermata da don Gian Luca nell’assemblea che è seguita, quando ci ha detto che la più grande aspettativa della scuola è che noi studenti diventiamo testimoni nei luoghi in cui siamo naturalmente inseriti.

Lo studio accurato accompagnato dalla preghiera e dalla esperienza personale di Cristo crocifisso e risorto diventano i cardini per aiutare chi ci sta vicino.

 

Dopo la conclusione dell’anno scolastico, ora ci mettiamo al lavoro e ci rimbocchiamo le maniche per gli esami. Le lezioni riprenderanno a ottobre, ma se quest’estate la scuola organizzasse per caso qualche attività o incontro fuori programma, noi saremo felici di esserci.

Gli alunni del primo anno